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SOFIA di Meryem Benm' Barek

.. QUANDO IL CINEMA ERA MUTO...
 
 

Sofia, vent’anni, vive in centro a Casablanca con i suoi genitori. È un po’ sgraziata e introversa, ed è difficile per lei confrontarsi con la personalità più forte della madre, della ricca zia Leila, e ancor più della cugina Lena, disinibita e con una brillante specializzazione in oncologia. Durante un pranzo in famiglia, (presente anche una coppia di imprenditori agricoli che trattano un affare con i genitori e gli zii), Sofia ha violenti crampi allo stomaco. Per Lena, che viene in suo aiuto, è presto chiaro che la cugina è incinta, e che lei per prima ha ignorato i sintomi della gravidanza.

Lena prende l'iniziativa di portare Sofia all'ospedale e, grazie alle sue conoscenze, riesce a farla entrare per dare alla luce il bambino, fuori dal matrimonio, quindi illegalmente. Da questo momento, Sofia stanca e confusa, ha ventiquattro ore per risolvere il suo più grande problema: sposarsi per non infrangere la legge e finire in prigione.

Appena uscite dall’ospedale, dove non hanno diritto di restare, le due ragazze s’incamminano di notte e nel quartiere antico e popolare di Derb Sultan alla ricerca di Omar che Sofia indica come il padre. Ma presto tutta la famiglia viene a conoscenza del grande segreto. Adesso si tratta di difendere l’onore di Sofia, di trovare una soluzione, un accordo che possa soddisfare tutte le parti e salvare la faccia dal punto di vista sociale.

Poco prima della celebrazione del matrimonio, Sofia racconterà la verità su quella gravidanza e a tutti sarà chiaro il sacrificio che la donna ha scelto di accettare.

con: Maha Alemi, Sarah Perles, Lubna Azabal
durata: 85'
età consigliata: dai 16 anni

 

   

trailer 

La ventenne Sofia dà alla luce un bambino senza essere sposata, e manipola tutto e tutti (legge, amici, famiglia) pur di rientrare in un quadro di regolarità.
In realtà questa è solo la superficie delle cose, perché se Sofia mente sulla sua gravidanza, dissimula e inventa una storia perfetta per la costruzione di un apparato inattaccabile, lo fa per nuocere il meno possibile a tutte le persone coinvolte nella sua vicenda, la famiglia, gli zii ricchi, con cui il padre sta intraprendendo un proficuo affare, la stessa famiglia del malcapitato Omar, indicato come padre della bambina. La verità, forse, salverebbe lei, ma spargerebbe un velo di sofferenza su tutti gli altri, mentre Omar, che è entrato in questa vicenda per caso, per essere stato gentile con Sofia in un momento di disperazione, proseguirebbe la sua vita nella precarietà, alla ricerca continua di lavoretti, senza poter essere d’aiuto alla sua numerosa famiglia.

Questo, in sintesi, il ragionamento della ragazza, apparentemente confusa, dimessa, immobile, in realtà, capace lucidamente di organizzare il suo futuro tenendo conto delle regole di una società opprimente. E lo fa usandole a “suo” vantaggio, con disincantato cinismo. Proprio all’opposto della cugina Lena, idealista, libera e istruita. Due espressioni della società marocchina, a sua volta divisa in due, tra tradizione ed emancipazione.

La trentacinquenne Meryem Benm’Barek, che del film è sceneggiatrice e regista, realizza un’opera perfettamente equilibrata nei dettagli e nello sguardo. Nulla è lasciato al caso nella descrizione minuziosa dei personaggi, perché a essi è affidato il compito di veicolare l’analisi sociale di cui vuole farsi portavoce il film.

Affiancate, ma in contrapposizione, le due cugine (e quindi le rispettive famiglie), finiscono per seguire le regole: Sofia si inserisce in esse, le interpreta segretamente per non esserne schiacciata.

Nonostane al centro ci siano due donne, Sofia non può e non deve essere visto soltanto come un film sull’arretratezza del pensiero sociale nei confronti delle donne. Il discorso, infatti, abbraccia un più ampio contesto e mette in evidenza i meccanismi che rendono questa società immobile, indipendentemente dal sesso cui si appartiene. Basta essere nati nel quartiere sbagliato, ad esempio, per non avere prospettive di cambiamento.

La regista scava a fondo e con sguardo obiettivo, indagando gli equilibri familiari in cui si ripetono i disequilibri sociali, in cui gli interessi economici prevalgono sui principi etici e portano a innescare comportamenti di ipocrisia e finzione, perché ciò che si vede ha più valore di ciò che accade nell’intimità dell’individuo. Non si tratta, certo, di concetti nuovi, ma in Sofia trovano un’armonia sobria il desiderio evidente di non salvare nessuno, né di condannare le azioni di chi asseconda la realtà. Nessuno esce vittorioso e tutti perdono qualcosa per strada: Sofia l’innocenza, Lena l’ingenuità, Omar la spensieratezza. Le prospettive si capovolgono più volte in questo film, che cambia pelle per mantenere la precisione del punto di vista. 

Benm’Barek sceglie con esattezza cosa mostrare e cosa lasciare nell’ombra. Ci sono personaggi che si intravedono, la cui importanza sarà determinante, e personaggi nascosti che giocano un ruolo di primo.

                                                                                    Grazia Paganelli

 

 

 

 

 

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