Clip di presentazione del film |
Soggetto e Sceneggiatura: Claire Paoletti, Patricia Valeix, Fabrice de Costil (adattamento e dialoghi) Regia: Rémy Chayé Montaggio: Benjamin Massoubre Musica: Jonathan Morali Origine: Francia, Danimarca, 2015 Distribuzione: P.F.A. Films Durata: 81 minuti Dagli 8 anni TRAILER Scheda film da scaricare |
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San Pietroburgo, 1882. Sasha Tchernetsov appartiene a un’influente famiglia russa e il padre aspetta la carica di ambasciatore a Roma. La ragazza è molto legata al ricordo del nonno Oloukine, scomparso col rompighiaccio Davai durante una pionieristica spedizione al Polo Nord. Lo zar ha promesso un milione di rubli a chi ritroverà la nave e a Oloukine verrà intitolata la biblioteca nell'accademia scientifica. |
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Sasha e il Polo Nord è una coproduzione franco-danese. Con questo lungometraggio, vincitore del premio del pubblico al Festival internazionale di Annecy, l'animazione europea segna un nuovo e importante risultato, confermando proprio la Francia in particolare come una delle realtà più interessanti della scena contemporanea. Il regista, l'esordiente Rémy Chayé, ha un passato di illustratore e autore di cortometraggi, e trasporta nel suo film tutto il piacere creativo per le forme disegnate, attraverso una cifra stilistica che richiama dichiaratamente i bozzetti dei manifesti ferroviari americani degli anni Quaranta, ma riesce, al contempo, a evocare le tipiche illustrazioni della letteratura per ragazzi: la profondità di campo viene ridimensionata in favore di una semplicità stilistica che esalta l'artigianalità del disegno, ma celebra allo stesso tempo la cura del dettaglio e gli accostamenti cromatici, con tinte tenui e di grande effetto visivo. Si crea in questo modo una virtuosa sintesi di fantastico e realistico, dove l'attenzione viene focalizzata sull'espressività degli sguardi e delle emozioni dei personaggi, dotati di personalità complesse. La regia, dal canto suo, predilige il passaggio da momenti più statici, dove a trionfare è la qualità della scrittura, a movimenti di macchina più ariosi e in grado di valorizzare il carattere universale dell'avventura. In effetti, a colpire in Sasha e il Polo Nord è proprio la capacità di ricontestualizzare stilemi e dinamiche del racconto più classico, attraverso la sintesi fra una visualità un po' rétro e una narrazione di grandi sentimenti, capace per questo di risultare tanto rassicurante quanto fieramente inattuale nell'era delle storie più spettacolari. Il personaggio stesso di Sasha rappresenta questo dualismo: prototipo di eroina forte e motivata dal sentimento che la lega al nonno, perfetta erede delle eroine ottocentesche, risulta estremamente moderna nella sua capacità di coniugare il rispetto per i legami familiari alla versatilità di chi è disposta a ogni sacrificio pur di raggiungere i propri obiettivi. In particolare riesce a scavalcare caparbiamente le ambizioni collegate alla politica e alle convenzioni sociali che muovono invece la sua famiglia e l'ambito in cui la stessa si trova ad agire. Sasha si fa perciò promotrice di una visione etica, in cui il coraggio è sorretto dal rispetto per i sentimenti e le professionalità, che diventano così un tutt'uno con la realizzazione dei propri desideri e progetti. La peculiare visione “al femminile” della vicenda, riscrive per questo la Storia (attraverso la pionieristica e, in definitiva, vincente conquista del Polo Nord ante litteram) e lo spazio, giustificando anche la particolare scelta visiva di un mondo “piatto” dove però i luoghi possono alla bisogna diventare prigione o nuova prospettiva. L'atto finale tra i ghiacci polari diventa perciò un particolarissimo momento di paragone fra l'aspirazione alla conquista dei propri sogni, e la negazione degli stessi, in cui personaggi e scenari si sovrappongono e confrontano, rivelando l'asperità della posta in gioco e il possibile annullamento delle forme nell'indeterminatezza del bianco. La salvezza del gruppo e la riabilitazione del nonno passano perciò per la capacità di autodeterminazione della protagonista stessa, e per il completamento dell'avventura nel suo doveroso lieto fine. Davide Di Giorgio |