Clip di presentazione del film |
Regia: Susanna Nicchiarelli
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Chi è Nico? Un giovane modella dall’animo inquieto? Una musa capace di affascinare Federico Fellini e Andy Warhol? Un’icona pop degli anni Sessanta? L’inconfondibile voce cavernosa dello storico album The Velvet Underground & Nico? Una “sacerdotessa delle tenebre”? O forse, più semplicemente, Christa Päffgen, nata a Colonia nel 1938? Tutto questo e niente di tutto questo, sembra suggerirci la regista Susanna Nicchiarelli che ripercorre gli ultimi due anni di vita della cantante di origini tedesche. Lontano dalle tinte celebrative di molti film biografici, i cosiddetti biopic, la regista sceglie una strada controcorrente, senza indugiare su frusti stereotipi, dall’artista maledetta, all’abusatissima parabola di ascesa e declino. Nico, al contrario, ci viene mostrata in tutta la sua umanità, nella sua fragilità fisica ed emotiva, e nei suoi fallimenti di donna e di madre. |
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«La storia di Nico è la storia di un’artista che trova soddisfazione nella sua arte solo dopo aver perso la maggior parte dei suoi fan; è la storia di una delle donne più belle del mondo che si scopre felice soltanto dopo essersi finalmente liberata della sua bellezza. Io ho voluto fare un film su questo: sulla donna che Nico è stata dietro ed oltre l’immagine che la maggior parte delle persone hanno di lei, oltre l’icona: oltre “Nico”, il suo nome d’arte, ho voluto raccontare la vera Christa. E assieme alla sua storia ho voluto raccontare la storia di tante donne, perché sono convinta che nella sua parabola al contrario, per quanto drammaticamente estrema, ci sia tutta la difficoltà di una donna nel vivere il proprio ruolo di artista, e di madre, negli anni della maturità. […] Di Nico mi sono innamorata anche per la sua ironia e credo, o spero, di aver raccontato la sua storia con la distanza e l’assenza di drammatici sentimentalismi con cui l’avrebbe raccontata lei. Nella scrittura e nella regia di questo film ho cercato di tenere sempre conto della misura e del rispetto dovuti ad una storia e a personaggi realmente esistiti». «Con la direttrice della fotografia Crystel Fournier abbiamo lavorato su un look specifico, cercando di ricreare un’immagine che richiamasse la seconda metà degli anni Ottanta: la qualità dei video, il formato quadrato, i colori delle luci che si usavano allora e la bassa definizione del supporto analogico sono stati i punti di riferimento per raccontare la storia di questo improbabile gruppo di malcapitati fuori tempo, prigionieri di un’epoca nella quale non trovavano più collocazione». «La collaborazione con Trine Dyrholm [l’attrice che interpreta Nico] è stata per me straordinaria: insieme abbiamo cercato di dare vitalità ed energia a Nico, evitando di perseguire l’imitazione o la celebrazione sentimentale del personaggio. Trine ha sostenuto me e il film con intelligenza, e insieme, prima di tutto attraverso la musica (oltre ad essere un’attrice Trine è anche cantante e musicista), poi attraverso le parole e i gesti di Nico, abbiamo reinventato la donna che ci premeva raccontare, quella donna che noi abbiamo immaginato fosse dietro alla star. […] Con Trine ho condiviso la lunga ricerca biografica che avevo fatto, i materiali, le interviste con i testimoni: insieme a lei ho ricostruito un personaggio difficile, controverso, talvolta antipatico; insieme abbiamo affrontato la sfida che anche il pubblico, com’era accaduto a noi, potesse tifare per lei» |