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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT di Gabriele Mainetti

..  IL CINEMA COME FABBRICA DEI SOGNI...

 

Roma, Tor Bella Monaca. Due poliziotti inseguono un ladro che ha appena rubato un orologio. Dopo una corsa estenuante fino alle rive del Tevere, l’uomo si tuffa nel fiume entrando in contatto con sostanze radioattive contenute in bidoni sommersi. Dopo una notte di profondo malessere si riprende e incontra alcuni membri della banda di un criminale, chiamato Zingaro. Uno di questi, Sergio, lo coinvolge nel recupero della cocaina ingerita da due extracomunitari conducendolo all’ultimo piano di un palazzo in costruzione. Purtroppo la vicenda precipita e Sergio viene ucciso da uno dei due corrieri.

Anche Enzo viene colpito da un proiettile e precipita giù dal palazzo ma poco dopo scopre di essere rimasto miracolosamente illeso. Tornato a casa scopre di avere una forza sovrumana.

Intanto Alessia, la figlia di Sergio, che vive in uno stato di immedesimazione con la serie animata Jeeg Robot d’acciaio, crede che Enzo sia il protagonista Hiroshi Shiba e lo incita a perseguire la sua missione, a liberare suo padre (che crede prigioniero) e a salvare l’umanità. Ma Enzo è deciso a usare la propria forza per incrementare le azioni criminali. Intanto lo Zingaro, dopo aver guardato il video in cui Enzo divelle un bancomat, fa di tutto per incontrarlo ed estorcergli il segreto dei suoi poteri. Venuto a conoscenza del deposito radioattivo nel Tevere, lo Zingaro vi si immerge e si prepara a uno scontro alla pari.

Intanto Enzo inizia a capire il senso della sua missione e decide di proteggere l’intera città dai pericoli incombenti.

con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli
durata: 112'
età consigliata: dai 16 anni
   

trailer 

Enzo Ceccotti è un delinquente comune che si arrabatta nella periferia romana, in un groviglio di frustrazione e rassegnazione a un destino ormai segnato. Le rapine e i traffici loschi si intervallano a uno sconfortante rientro a casa, in una solitudine consumata a budini e film porno. Il novello Superman non viene da un altro pianeta e non trae la sua forza straordinaria dall’energia  solare. Proprio come Hiroshi Shiba, il protagonista del manga giapponese Jeeg Robot d’acciaio, riesce a centuplicare le proprie forze grazie a un incidente. Tutto accade per caso in una corsa per le strade di Roma dove, per sfuggire alla giustizia, è costretto a immergersi in un Tevere putrido, tra bidoni di scorie radioattive. Un bagno nero che si rivelerà una salvezza.

L’uomo qualunque - nella periferia dimenticata da Dio - dopo questo insolito rito battesimale rinascerà una seconda volta. Non a caso durante la sua convalescenza, il brusio televisivo in sottofondo è un telegiornale che riporta prima i frammenti dell’Angelus del pontefice sulla redenzione dei peccati, poi notizie sulla crisi economica. Crisi e desiderio di salvezza: il mondo chiede la venuta di un eroe, di qualcuno che vegli sulle sorti umane. E così Enzo diventa invincibile, senza che avvenga una scissione tra l’uomo e l’eroe; in lui coesistono sempre fragilità e violenza, temerarietà e tenerezza. Ed esattamente come accade al protagonista del cartone, all’inizio non avvertirà il senso di una missione, ma la maturerà nel corso di una relazione, cambiando radicalmente le sue abitudini. Prima di tutte la serie di Jeeg Robot che subentra ai film a luci rosse, poi il rapporto con Alessia che da presenza scomoda diviene la leva della sua evoluzione.

In questo originalissimo film, già un cult dopo l’incetta di david di Donatello, Mainetti stila un Nembo Kid tutto romano nel quale convergono delusioni e aspirazioni inequivocabilmente italiane.  La sua trasformazione in supereroe infatti,  più che una catarsi si rivela una sorta di esorcismo su un male interiore. Il film è pervaso dal desiderio di riscatto nei confronti della miseria di un microcosmo periferico, in una trasfigurazione della realtà da parte di tutti e tre i protagonisti. Il primo obiettivo di Enzo non è portare la pace o fare giustizia, ma sventrare un bancomat e arricchirsi.

Luca Marinelli nei panni de Lo Zingaro - criminale con pulsioni da show man -  sogna di ‘fare il botto’ sotto l’occhio di una telecamera, non importa se quella di una trasmissione televisiva come Buona Domenica (alla quale ha partecipato anni prima) o quella di sorveglianza di una banca, ciò che conta è l’orda di spettatori, il numero delle visualizzazioni sul web. Irresistibile con le sue movenze dalla cover di Anna Oxa alle note di Ti stringerò di Nada. E poi la disarmante regressione di Alessia che nel suo ingenuo sex appeal sogna la spada alata e il vestito da principessa e non riesce a capacitarsi della scomparsa del padre, tanto da crederlo prigioniero del Signore del Fuoco.

E’ un mondo velato di malinconia quello di Mainetti come una giostra ferma- riavviata con un giro di braccio - come i palazzi desolati, un palloncino disperso. Dopo il sacrificio di Alessia, la frattura fra il protagonista e il mondo circostante verrà risanata da una profonda pietas per la vulnerabilità umana. Dalla cima del Colosseo, l’abbraccio alla città intera segnerà l’adesione a una missione vera, più consona al cuore.

Andreina Sirena

                                                                                                   

 

 

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