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LA MÉLODIE di Rachid Hami

.. QUANDO IL CINEMA ERA MUTO...
 
 

Simon è un violinista famoso che sta attraversando un periodo di stanchezza e delusione. Non ha ingaggi e ha perso ogni entusiasmo. Accetta di tenere un corso di musica in una scuola media della periferia parigina dedicandosi in particolare all’insegnamento del violino a un gruppo di ragazzi difficili, figli di immigrati, problematici e apparentemente disinteressati a tutto. Qui incontra Arnold, un ragazzo nero che non ha mai conosciuto il padre e vive con la madre. E’ timido, schivo, ma affascinato dal violino per il quale rivela una predisposizione speciale. Mentre Simon lega subito con Arnold, ha un rapporto difficile soprattutto con Samir, adolescente arrogante e provocatore.

Col passare dei giorni la situazione cambia. Arnold, allenandosi sul tetto della propria casa per non disturbare i vicini, diventa il solista del gruppo. Dopo un colloquio con i genitori anche Samir comincia a seguire le lezioni regolarmente.

Accadono però due fatti che rischiano di mettere in crisi il gruppo: un incendio distrugge i locali della scuola e il professore viene invitato a partire per una turnée  come secondo violino di un quartetto. Però, grazie all’impegno di tutti - ragazzi e famiglie - il professore capirà che la scelta giusta per lui è rimanere con i propri alunni.

Ritrovati entusiasmo e impegno, la piccola orchestra riuscirà a partecipare con successo al concerto di fine anno della prestigiosa Filarmonica di Parigi.

con: Kad Merad, Samir Guesmi, Renely Alfred
durata: 102'
età consigliata: dai 10 anni

 

   

trailer 

Il regista ha deciso di realizzare il film dopo aver conosciuto da vicino Dèmos, un programma di educazione musicale e orchestrale a vocazione sociale realizzato dalla Filarmonica di Parigi e indirizzato in particolare a bambini e ragazzi abitanti in quartieri periferici cittadini e in zone rurali prive di istituzioni culturali.

La mèlodie è un’opera lineare che contiene gli elementi tipici di una storia di formazione e di recupero di un disagio esistenziale e sociale attraverso l’impegno musicale. I giovani alunni del violinista Simon abitano nei casermoni delle Banlieu parigine. I loro atteggiamenti, le loro reazioni e il loro linguaggio sono caratterizzati da superficialità, indifferenza e volgarità. Il professore, al primo impatto, ne resta spiacevolmente colpito e ha la tentazione di rinunciare. Poi, riesce a trovare in sé la sensibilità, il coraggio e la determinazione per dar credito ai suoi giovani alunni, recuperando contemporaneamente fiducia ed entusiasmo verso le proprie competenze, la capacità di credere nella possibilità di raggiungere traguardi che sembrano utopie. Perché ne La mèlodie i disagi, le difficoltà, le crisi e i percorsi di confronto e di crescita dei ragazzi si intrecciano a quelli del professore fino ad armonizzarsi in un traguardo di accettazione, di condivisione e di comprensione reciproca attraverso la passione e l’impegno richiesti dalla formazione di un gruppo musicale.

Il regista Rachid Hami è nato ad Algeri ma è un cineasta francese a tutti gli effetti. Probabilmente anche per questa sua origine e grazie alla particolare sensibilità riesce a far propri i problemi che porta sullo schermo. Trasferisce i propri principi e il proprio impegno esistenziale nel personaggio di Simon, una persona a prima vista poco portata a credere in progetti di integrazione. Comunque in grado di individuare nella dimensione intrinseca della musica la motivazione per  divenire non solo guida strumentale, ma anche elemento catalizzatore del recupero esistenziale dei ragazzi disagiati che ha di fronte.

Così il regista si è espresso parlando del film: “Non si tratta solo di cinema e di fenomeni sociali. La mèlodie si incentra anche sul desiderio di tradurre in parole e immagini la fede nella vita e nell’arte contro quel determinismo (povertà, violenza, abbandono, cinismo, ecc.) a cui tutti cerchiamo di sfuggire, e sul bisogno di ritrarre il più accuratamente possibile le delusioni della vita per meglio comprendere cosa fa muovere la speranza”. La scuola, protagonista del film, diventa per Hami un microcosmo della società e la musica si trasforma in elemento di speranza e strumento di riscatto, se non sociale, almeno personale. Trasformando il film da documentario (come nelle prime intenzioni) in fiction il regista suscita negli spettatori interesse ed emozioni anche riservando particolare cura della sua dimensione espressiva. Le immagini non si limitano a ritrarre la realtà, la arricchiscono di significati e valori.

Buona parte dell’interesse e della simpatia suscitati dal film sono da ascrivere all’accattivante colonna sonora, ma anche all’esuberanza e freschezza dei suoi giovani interpreti, autentici abitanti della periferia in cui si muovono, che si armonizzano al meglio con attori professionisti come il coordinatore scolastico (Samir Guesmi) e il violinista Simon (Kad Merad, attore francese di origine algerina, impegnato da tempo in progetti di assistenza nei confronti di disagiati sociali).

                                                                    Mariolina Gamba

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