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IL RITORNO DI MARY POPPINS di Rob Marshall

.. QUANDO IL CINEMA ERA MUTO...
 
 

Londra - Anni ’30. Michael Banks, vedovo da un anno e padre di tre figli - Annabel, John e Georgie - lavora presso la Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà, la stessa istituzione finanziaria in cui lavoravano suo padre e suo nonno prima di lui, ma deve far fronte a una serie di problemi economici che rischiano persino di portargli via la famosa casa di famiglia al numero 17 di Viale dei Ciliegi. Sua sorella Jane, zia amorevole e sempre presente, gli sta accanto e lo aiuta con i figli, dividendo il suo tempo tra la famiglia e l’impegno sociale, prezioso dono che ha ereditato da sua madre.
Sono gli anni della Grande Depressione, il denaro scarseggia, la popolazione è preoccupata e il futuro appare incerto e quando a Michael viene notificato un atto di pignoramenteo della casa, il giovane Banks sente di essere ormai alle strette.

È così che il vento comincia a cambiare, riportando in casa Bansk Mary Poppins, quella tata “praticamente perfetta”, che gli aveva già salvati una volta. Con la sua aura di mistero, la rigidità, l’attenzione all’ordine e alle regole, quel pizzico di magia in grado di trasformare ogni situazione in una meravigliosa avventura, Mary Poppins inviterà i Banks, sia i grandi sia i piccini, a rimettere ordine nelle loro vite, dimostrando ancora una volta come spesso la soluzione a un problema insormontabile sia in realtà sotto il naso di tutti.
 

con: Emily Blunt, Lin-Manuel Miranda, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Julie Walters
durata: 130'
età consigliata: dagli 8 anni

 

   

trailer 

Era davvero complesso misurarsi con un classico come Mary Poppins, storia nata dalla penna della ruvida scrittrice P.L.Travers e trasformato, dopo un lungo processo di corteggiamento da parte di Walt Disney, in un film intramontabile. Il volto di Julie Andrews è scolpito nelle nostre menti, i motivetti come supercalifragilistichespiralidoso o basta un poco di zucchero riecheggiano nelle nostre teste a ogni passaggio televisivo e le sequenze animate, con gli irriverenti pinguini, o quelle musicali, con gli adorabili spazzacamini, sono troppo fresche per credere di poter fare di meglio. Così, quando la notizia di un nuovo film ha iniziato a circolare, il timore era di trovarsi di fronte all’ennesimo rifacimento firmato Disney, ma quando il regista Rob Marshall ha cominciato a parlare di “sequel”, il timore ha lasciato spazio alla fiducia e abbiamo atteso con ansia che quest’avventura facesse il suo ingresso in sala. Abbiamo creduto alle parole della produzione, ci siamo lasciati sedurre dalle immagini di Emily Blunt nei panni di Mary e dalle numerose soprese di questo film per scoprire, in sala, di essere vittime (almeno gli affezionati al capolavoro originale) di un inganno “esteticamente” meraviglioso.

Perché è vero che Rob Marshall raccoglie la sfida, ma con mille riserve, recuperando lo stesso impianto narrativo dell’originale e rivisitandolo in chiave moderna. Ma è altrettanto vero che Il ritorno di Mary Poppins riesce a rapire i più piccoli e a incantare gli adulti in grado di raccogliere l’invito del regista a tornare bambini lasciandosi così trascinare dalle medesime atmosfere di un nuovo film che è in realtà un’aperta lettera d’amore al capolavoro del 1964.

Ambientato nella grigia Londra degli anni Trenta, in un periodo di pesante crisi economica, il film spalanca di nuovo la porta di casa Banks per mostrarci due adulti disillusi, increduli, demotivati e stanchi. I sogni sono naufragati, la magia non è esistita, le avventure vissute durante l’infanzia sono frutto della fervida immaginazione di due bambini e le preoccupazioni, con l’incubo di quell’ipoteca, sono all’ordine del giorno.

È qui che entra in gioco la talentuosa e convincente Mary Poppins di Emily Blunt, in grado di trasmettere, attraverso le espressioni del volto e i movimenti del corpo, quel rigore e quell’eleganza che sono state proprie di Julie Andrews. Ed è proprio qui che il gioco inizia e si ripete: un semplice bagno assume i contorni di un’avventura tra gli oceani; un vaso decorato diviene la location dove prende vita una sequenza animata; i lucernai prendono il posto degli spazzacamini ma sono i protagonisti di un altrettanto magica sequenza di ballo. Si aggiunge la stravagante cugina Topsy, cui presta il volto la camaleontica Meryl Streep, l’incredibile Dick Van Dyke che balla serenamente sui tavoli nonostante i suoi novant’anni o la raffinata Angela Lansbury che chiude il cerchio cantando e distribuendo a tutti i protagonisti palloncini colorati che si librano in volo.

Tutto è uguale, ma tutto è magico e, sebbene le canzoni non siano facilmente orecchiabili e difficilmente ci ritroveremo a canticchiarle per strada, le vicende siano troppo prevedili e meno incisive, gli impianti scenografici, le coreografie, le sequenze, i balletti non ci mettono molto a scalfire lo scetticismo degli adulti, inducendoli a sposare lo sguardo incantato dei bambini, gli unici in grado di affrontare il mondo sempre con stupore, curiosità, entusiasmo e meraviglia.

                                                                Marianna Ninni

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