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IL RAGAZZO INVISIBILE di Gabriele Salvatores

..  IL CINEMA COME FABBRICA DEI SOGNI...

 

E' biondo, ha gli occhi azzurri e un viso delicato. Si chiama Michele e ha quasi 13 anni. Vive a Trieste, non brilla nello studio, i compagni lo prendono in giro, non è nemmeno bravo nello sport. Insomma: è un comune adolescente, innamorato perdutamente di Stella, una nuova arrivata di straordinaria bellezza.

Ed ecco che proprio lo straordinario irrompe nella vita del protagonista: una mattina, infatti, si sveglia e scopre di essere diventato invisibile. E questa non sarà la sua unica scoperta: Michele, in realtà, è figlio di due “speciali”, ovvero contadini russi che, in patria, hanno subito radiazioni - a causa di esperimenti genetici - e che per questo si sono trasformati in mutanti con superpoteri. 

I genitori di Michele, con altre creature come loro, sono stati radunati in un campo di prigionia per essere sottoposti a studi e osservazioni, ma loro decidono di fuggire alle autorità per lasciare libero il figlio di vivere un'esistenza normale; abbandonano il bambino sulla soglia di una donna che si prenderà cura di lui con amore fino al momento in cui diventa invisibile e dovrà cercare le risposte sulle proprie origini.

Il finale svela i misteri del fantasy e restituisce al ragazzo la propria identità. Una ricerca che passa attraverso dubbi, paure e sorprese. Ma questo appartiene a tutti, non solo a chi proviene da un mondo parallelo.

 

con Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio
durata: 100'
età consigliata: dai 12 anni
   

trailer 

Michele: lo stesso nome del protagonista di Io non ho paura. Due ragazzini quasi coetanei e in cerca di se stessi. E poi ancora: Come Dio comanda ed Educazione siberiana: Gabriele Salvatores torna a occuparsi di adolescenza anche se gioca con i generi cinematografici: drammatico, horror, giallo e ora fantasy con Il ragazzo invisibile.

Se paragoniamo gli effetti speciali a quelli americani, il mainstream italiano (svelato nel backstage dopo i titoli di coda) si nota, ma allora dobbiamo considerare anche la sceneggiatura - di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo - che si prende cura dei personaggi e dei loro sentimenti proprio come la graphic novel da cui il film è tratto, firmata Marvel e Panini Comics.

Michele, infatti, è il classico “nerd”: compra per una festa in maschera un costume brutto e per pochi soldi, è vessato dai bulli a scuola ed è innamorato di una ragazza irraggiungibile. Quanti ragazzi, nella sua stessa situazione, vorrebbero essere qualcun altro oppure avere l'opportunità di usare superpoteri?

Una volta scoperto di essere invisibile, il protagonista nutre il sentimento di vendetta nei confronti di chi lo ha sempre sottovalutato e cerca, così, di dimostrare la sua forza e la sua superiorità con azioni comiche, goffe, esagerate e, alla fine, inutili. Un buon messaggio, questo, per tutti gli adolescenti che non hanno ancora trovato la propria identità e si affidano a maschere (vestiti, trucchi, pircing) o ad atteggiamenti artefatti per la necessità di essere accettati dal gruppo, per ottenere attenzioni, per conquistare l'affetto dei coetanei o degli adulti.

L'uso dei poteri, nel film, non aumenta il ritmo della narrazione ma, al contrario, risulta fonte di riflessioni sulle insicurezze dei giovani e, a volte, l'inadeguatezza dei più grandi nel saperli ascoltare, capire e aiutare.

Gli adulti sono presenti nel racconto e nella vita di Michele: sono, a loro modo, amorevoli e attenti ma, come nella realtà, risentono della voglia di apparire quando, invece, sarebbe meglio che per i figli, alunni, nipoti, rimanessero una presenza al loro fianco, quasi appunto “invisibile”, ma certa e confortante.

Ancora un viaggio, per il regista premio Oscar, questa volta verso un “altrove” che esplora le possibilità dell'esistenza, che non necessita di superpoteri per essere affrontata, ma di coraggio, un pizzico di autostima, bontà e di tutte le qualità che una persona ha già dentro di sé e che i più giovani devono imparare a scoprire.
Il ragazzo, infine, capisce - e ricorda anche agli spettatori - che avere superpoteri (magari anche solo tanto denaro o tanta tecnologia a disposizione) comporta anche grandi responsabilità, come diceva Spiderman, uno degli eroi a cui si pensa guardando il film: bisogna sempre stare attenti a come si usano i Poteri che si hanno a disposizione, considerando di non fare mai del male a se stessi e, soprattutto, agli altri.

Michele, come i protagonisti dei film di Salvatores citati, affronta un'avventura, supera le proprie paure, si mette in gioco e scopre la propria interiorità: si tratta, quindi, di un viaggio di formazione faticoso, ma allo stesso tempo affascinante e strabiliante, come lo è la vita stessa.

                  

                                                                            Alessandra Montesanto

 

 

 

 

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