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IL PICCOLO PRINCIPE di Mark Osborne

..  LA GRANDE ILLUSIONE E IL MOVIMENTO CHE NON C'È...

 

Una bambina intelligente e sveglia vive l’intera sua giornata sui libri per “essere preparata ad affrontare il futuro”. Questa l’impostazione della madre, che decide di trasferirsi con la figlia il più vicino possibile alla scuola dei desideri, la prestigiosa Accademia Werth, in una casa grigia e identica a tutte le altre case del quartiere, fatta eccezione per un vecchio rudere confinante proprio con il loro giardino. Per avverare questo sogno di efficienza, però, la bambina dovrà seguire un fitto programma di studio durante le vacanze, trascurando completamente il gioco, lo svago e le amicizie.

In un primo tempo, anche la piccola sembra soddisfatta di questa scelta e si attiene scrupolosamente al programma fatto di studio, ginnastica e ancora studio. Le cose iniziano a cambiare, però, quando la curiosità la spinge nel giardino del misterioso vicino di casa, un vecchio ex aviatore, che parla di avventure straordinarie e trascorre il tempo a inventare incredibili macchine.

La bambina è talmente affascinata dalle storie che l’uomo le racconta da dimenticare ogni dovere. L’Aviatore la introduce, così, in un mondo straordinario, dove è tutto possibile, un mondo che lui stesso ha conosciuto grazie al Piccolo Principe. Inizia così, il loro viaggio magico, grazie al quale la bambina imparerà il valore dei rapporti umani, vedrà le cose con gli occhi del cuore e capirà che ciò che è davvero essenziale nella vita è quasi sempre invisibile.

durata: 108'
età consigliata: dagli 8 anni
   

trailer 

A 72 anni dalla sua pubblicazione la storia de Il Piccolo Principe, che ha venduto quasi 150 milioni di copie in tutto il mondo, approda sul grande schermo. E lo fa grazie a un film sapiente, lieve nei toni e geniale nella scelta formale, nella rappresentazione giustamente diversa dei due livelli narrativi. Come dire due film in uno: la storia nota del principino, del suo pianeta piccolissimo, della rosa e della volpe, e quella nuova della bambina e dell’Aviatore squinternato, che ha viaggiato a lungo e ha appreso dal principe i valori della vita. La prima si innesta nella seconda in forma di racconto fantastico e come “consiglio” da parte di un anziano, saggio e bambino al tempo stesso, anticonformista e mal inserito nella società schematica degli adulti. La prima è realizzata in animazione digitale, la seconda con burattini scolpiti nel legno e animati a passo uno.

La scelta del film nel film, o meglio, di una cornice di pura invenzione, ha il merito di proteggere la storia originaria e, al contempo, di ampliarne il campo e gli obiettivi. Non solo una favola per bambini, ma anche un monito per gli adulti a non trascurare le amicizie e le relazioni reali, a non soffocare la fantasia con l’ambizione e i desideri con le apparenze.

Girato in 3D con l’impiego di 400 tra disegnatori e tecnici internazionali, 1600 immagini e un budget di 80 milioni di dollari (ma la produzione è franco-canadese), Il piccolo principe, è diretto da Mark Osborne (già autore del diversissimo Kung Fu Panda), che con estrema delicatezza riprende il racconto intramontabile di Antoine de Saint-Exupéry e lo inserisce in una cornice perfetta a dimostrare che i valori da lui descritti ed esaltati - vale a dire la meraviglia verso il creato, il rispetto delle diversità, la pace e la fanciullezza -, possono essere in pericolo se si vive la vita dimenticando il bambino che c’è in ognuno di noi. La scelta vincente sta nell’aver usato i disegni dello stesso Saint-Exupéry come stile per le vicende legate al principe, arricchendo così il film di quell’elemento nostalgico e poetico che ne fanno un testo innovativo e attuale, ma anche capace di rendere un omaggio necessario all’originale.

E così, nel passare dal suo mondo geometrico al giardino delle meraviglie del vicino Aviatore, la piccola protagonista compie una vera e propria rivoluzione, apre gli occhi a una conoscenza che le era negata, trova la strada per abbandonarsi ai sentimenti e finisce per assimilare una felicità e una forza destinate a diventare contagiose. Re-imparare a vivere e a guardare le cose, acquisire tenacia, coraggio e determinazione per portare a termine i propri scopi e i propri sogni, sono la lezione più importante che la bambina apprende dai suoi nuovi amici e che questo film sa sfruttare doppiamente. Si tratta di un percorso fatto di varchi che si aprono inaspettatamente, di segni caduti dal cielo, eventi imprevisti ma determinanti.

Il piccolo principe infatti, è costruito come una continua rivelazione, a partire dall’aeroplanino di carta che il vecchio fa volare sulla scrivania ordinatissima della bambina. Su quel foglio c’è l’inizio di molte storie, non solo quella del principe che, incontrando un aviatore nel deserto gli chiede di disegnargli una pecora. E quel disegno custodisce in sè molti significati.

 

                                                                                                       Grazia Paganelli

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